Don Chisciotte della Mancia (parte 1)

Don Chisciotte della Mancia (parte 1) L'immaginario

Il profumo di Dulcinea

Don Chisciotte ricorre a immagini sensoriali dell’ambiente naturale per descrivere il delicato profumo che immagina abbia Dulcinea: “so bene di che odora quella rosa fra le spine, quel giglio di campo, quell’ambra disciolta”. Le metafore si riferiscono anche a un passo del libro biblico Il cantico dei cantici: “Come un giglio tra le spine è la mia amata tra le giovani donne”.

Il bisbiglio degli alberi

La descrizione del fruscio del vento tra le foglie di alcuni alberi crea un’atmosfera di paura per don Chisciotte e Sancio Panza, che si trovano in una foresta nel cuore della notte:

“La notte era, come si è detto, fosca. Si ritrovarono essi in mezzo a degli alti alberi, le foglie dei quali, mosse dalla brezza, producevano un murmure sinistro e placido; di modo che la solitudine, il luogo, l'oscurità, il fragore dell'acqua e lo stormire delle foglie, tutto cagionava terrore e spavento; più poi quando videro che né cessavano i colpi, né il vento posava, né il giorno appariva; si aggiunga a tutto questo il non sapere in che luogo si trovavano.”

Il giardino chiuso

Lotario, uno dei personaggi principali del romanzo intercalare de L’indagatore malaccorto, paragona le donne a un giardino da custodire, per mettere in guardia l’amico Anselmo dai pericoli della prova a cui vuole sottoporre la moglie Camilla: “Bisogna custodire e apprezzare la donna virtuosa come si custodisce e si apprezza un vago giardino pieno di fiori e di rose, il padrone del quale non permette che alcuno vi passi e lo sciupi: basta che da lontano e dai cancelli di ferro si goda della sua fragranza e della sua bellezza”. L’immagine del giardino chiuso è tradizionalmente usata per alludere alla castità femminile. Questa immagine si ispira a un passo del libro del Cantico dei cantici: “O mia sorella, o sposa mia, tu sei un giardino serrato, una sorgente chiusa, una fonte sigillata”. L’immagine è anche spesso utilizzata come riferimento allegorico alla Vergine Maria, che viene paragonata, per la sua verginità, a un giardino chiuso in cui si produce la vita.

Edera aggrappata al muro

L’immagine dell’edera aggrappata al muro è spesso usata in letteratura per esprimere l’unione degli amanti. In questo passo vediamo che Lucinda la usa per alludere a Cardenio, al quale si sente indissolubilmente unita, nonostante gli sforzi di Fernando per tenerla lontana: “Per quello che voi dovete all'essere chi siete, signor don Fernando, quando non vogliate farlo per altro riguardo, lasciatemi; lasciatemi aderire a quella muraglia di cui io sono una pietra; ch'io mi sostenga a colui dal quale non mi han potuto distaccare né le vostre sollecitazioni, né le vostre minacce, né le vostre promesse né i vostri doni”. Possiamo trovare l’uso di un’immagine simile, ad esempio, nella poesia di Garcilaso de la Vega: “Non v’è cuore che regga, / fosse pure di pietra, / veder l’edera amata / da me strappata e a un altro muor avvinta”.

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