Il Grande Gatsby

Il Grande Gatsby Riassunto e analisi di - Capitolo 3

Riassunto

Il capitolo inizia con la descrizione che Nick fa delle feste del sabato sera a casa Gatsby, diventate leggendarie a New York per la loro opulenza e il loro edonismo. Queste feste sono esageratamente sontuose e gli ospiti si meravigliano di fronte alla Rolls-Royce di Gatsby, all’enorme piscina, alla musica dal vivo sempre diversa ogni settimana, al ricco cibo che destina alle centinaia di persone invitate, e forse, cosa più importante, alla quantità illimitata di alcolici che generosamente offre. Nick viene finalmente invitato a una di queste feste, ma non da Gatsby; è il suo autista che porta l’invito direttamente a casa di Nick.

La villa di Gatsby è piena di gente che fa baldoria quando arriva Nick. Molti pochi sembrano essere stati invitati e perfino meno hanno incontrato Gatsby di persona. Si tratta di una folla eterogenea: la gente dell’East Egg si diverte insieme a quelli del West Egg e la gente dell’alta società di New York fa comunella con quelli dei quartieri poveri. Nick si imbatte in Jordan Baker, che prova più rancore del solito perché ha di recente perso una gara di golf. Intorno a loro, la gente spettegola a proposito del misterioso padrone di casa e ipotizza che una volta uccise un uomo a sangue freddo o fu una spia tedesca durante la Prima Guerra.

Jordan e Nick vanno a cercare Gatsby in casa ma lì trovano un grottesco piccolo uomo con enormi occhiali (Nick lo chiama “Occhi di gufo”) che sta dando un’occhiata ai libri della biblioteca di Gatsby. Sia “Occhi di gufo” sia Jordan all’inizio pensano che i libri siano finti, disposti solo per dare una parvenza di biblioteca; tutti e due rimangono sorpresi quando scoprono che in realtà i libri sono veri.

Fuori in giardino Nick attacca discorso con un giovane uomo affascinante che gli sembra familiare; si scopre che entrambi hanno servito nella stessa divisione militare durante la guerra. Quest’uomo è il misterioso Gatsby. Ha un finto accento inglese e un modo di esprimersi molto formale. Si mantiene distante dai suoi ospiti, guardando la festa piuttosto che prendendovi parte. A un certo punto se ne va per rispondere a una telefonata e, più tardi, manda il suo maggiordomo da Jordan Baker per chiederle se può parlarle in privato. Quando i due finiscono di parlare, lei dice a Nick di essere venuta a conoscenza di alcune notizie straordinarie.

Intorno alle due di notte circa, Nick decide di avviarsi verso casa; sulla strada vede “Occhi di gufo” che con la macchina è finito in un fosso. Dice che ha finito con tutta questa storia; tuttavia non è chiaro (sia a Nick che al lettore) cosa intenda dire.

Nick informa il lettore che non partecipava soltanto alle feste durante quell’estate del 1922, ma lavorava a New York, una città che ama e odia al tempo stesso. Su incoraggiamento di Tom e Daisy, viene coinvolto in una storia d’amore con Jordan Baker e sebbene trovi la sua disonestà sgradevole, è attratto da lei.

Analisi

In questo capitolo Jay Gatsby rimane fondamentalmente un mistero. Pochi dei partecipanti alla festa hanno incontrato il padrone di casa e lui si mantiene a distanza dai suoi festeggiamenti: non beve, non balla, rimane un osservatore. È in netto contrasto con il bieco gossip che Nick ha sentito su di lui. Gatsby è giovane e affascinante con un meraviglioso sorriso che sembra emanare speranza e ottimismo. Nick si innamora immediatamente del suo sorriso, facendo notare quanto gli sembri carico di eterna rassicurazione. L’innata speranza di Gatsby è contagiosa.

Sebbene Nick sottintenda, nel corso di tutto il romanzo, che la ricchezza e l’ostentazione tendono a mascherare l’immoralità e la decadenza, l’agiatezza di Gatsby sembra avere un altro scopo, che ancora non è chiaro. Il lettore sa già che non tutto quello che riguarda Gatsby è soltanto apparenza: i suoi libri sono veri, per esempio, e il suo sorriso pure. Tuttavia, ha uno strano finto accento inglese che è evidentemente falso. Gatsby, a questo punto del romanzo, rimane un enigma, un personaggio contraddittorio.

Fitzgerald presta grande attenzione ai dettagli della società contemporanea: la festa di Gatsby è sia una descrizione sia una parodia della decadenza dell’Età del Jazz, che esemplifica lo spirito del consumismo eccessivo ed è uno strano mix di osceno e di rispettabile. Sebbene serviti dai maggiordomi e accompagnati dalla musica di cantanti professionisti, gli ospiti sono ubriachi, rozzi, e chiassosi. L’orchestra suona un pezzo di Tostoff intitolato “Storia jazz del mondo” che, sebbene abbia ricevuto una fantastica accoglienza al Carnegie Hall, è l’antitesi del perbenismo classico.

Quando Il grande Gatsby fu pubblicato le automobili erano ancora una novità; in tutto il romanzo sono presentate come un lusso pericoloso. Un incidente d’auto turba la fine della festa, quando un uomo ubriaco finisce in un fosso con la sua automobile. Nick ammonisce Jordan per essere una terribile guidatrice e il suo incidente mancato è una metafora del comportamento dei suoi contemporanei. Jordan è una guidatrice poco attenta perché considera l’attenzione una responsabilità degli altri; crede che siano loro a doversi tenere lontani e non lei.

Il capitolo rafforza inoltre la posizione di Nick in quanto narratore oggettivo e affidabile: finisce con l’affermare di essere una delle poche persone oneste che abbia mai conosciuto. Jordan Baker, al contrario, è incredibilmente disonesta: il fatto che abbia barato per vincere la sua prima gara di golf è del tutto prevedibile. Presume che chiunque altro sia disonesto come lei: arriva così ad affermare che i libri di Gatsby, come quasi tutti i suoi atteggiamenti, esistano solo per salvare le apparenze.