Scelta fugace (similitudine)
Mentre Ermia e Lisandro nel primo atto discutono sulla natura dell'amore, Lisandro afferma di rifiutare l'idea che l'amore abbia qualcosa a che fare con la scelta personale, ma sia invece opera del destino. La sua opinione è quella che se anche dovesse esistere una perfetta corrispondenza nella scelta dell'amore, questo risulti poi "Rapido quanto la setta intravista nella caligine notturna". É una similitudine che enfatizza la devozione che Lisandro ed Ermia hanno l'uno per l'altra, poiché percepiscono il loro amore come inevitabile, ma che fornisce altresì uno sguardo più ampio sulla trama dell'intera opera, dove le due coppie sono destinate a convolare nonostante numerose sfide e imprevisti.
Luna sterile (metafora)
Nel primo atto, nel momento in cui Ermia esprime il desiderio di sposare Lisandro, Teseo interviene esponendo la sua visione patriarcale in merito alla complicata situazione. Le dice che se non dovesse accettare di sposare Demetrio, avrà come unica alternativa quella di prendere i voti "Modulando degli inni senza passione alla luna fredda e infeconda". In questa metafora, Teseo personifica la luna come se fosse una donna sterile, nel tentativo di dissuadere Ermia dal disobbedire al padre per non rassegnarsi a una vita senza posteri.
Vele gravide (metafora)
Ricordando come è venuta a conoscenza del bambino rapito, Titania narra a Oberon del tempo trascorso con la madre del bimbo: racconta che esse osservavano le navi dalla riva e vedevano "le vele mentre concepivano per opera del vento lascivo”. In questo ricordo Titania usa una metafora per paragonare le vele delle navi al ventre delle donne incinte. Questa immagine rivela l'attenzione dell'opera nei riguardi della fertilità e della posterità ma serve anche ad aggiungere credibilità all'affermazione di Titania per cui avrebbe il diritto di trattenere il bambino.
Forma di cera (metafora)
Quando Teseo interviene dopo la protesta di Ermia in merito all'obbligo di sposare Demetrio, afferma che l'unica opzione della giovane è quella di dare ascolto al padre: egli paragona Ermia a una forma di cera plasmata dallo stesso Egeo, sostenendo che la sua esistenza è totalmente dipendente dalla volontà del padre. Una metafora che aiuta a esplicitare l'approccio tradizionale e patriarcale che Teseo ha nei confronti del matrimonio, che viene successivamente sgretolato con l'evolversi della trama.
Pulizie (metafora)
Alla fine dell'opera Puck pronuncia le seguenti parole: “Innanzi agli altri io son venuto, / E d'una scopa mi son provveduto, / Per spazzare via dalla soglia / Ogni granello di polvere o foglia”. La metafora dell'atto di spazzare è significativa perché intende ricordare al pubblico che essi si trovano in un teatro e hanno appena assistito a una performance. Lo stesso Puck in seguito afferma che se gli spettatori non avessero gradito la commedia, devono semplicemente convincere sé stessi che si sia trattato solo di un sogno, suggerendo in questo modo che la recitazione può allontanare le persone dalla realtà, anche se solo per un attimo.