Nel corso della sua lunga storia in qualità di testo cardine del canone inglese, c’è stato un intenso dibattito sul fatto che Cuore di tenebra fosse un’opera razzista: ci si è chiesti se l’opera esprimesse razzismo, al di là dei personaggi al suo interno, o semplicemente se il razzismo che si incontra fosse espressione delle opinioni di Conrad. Si tratta di un’opera considerata tra le più importanti sul colonialismo ed è chiaramente scritta dalla prospettiva di un uomo bianco a bordo di un’imbarcazione in uno strano paese. Questo elemento è sufficiente a creare problemi per molti lettori, che ritengono che lo sforzo compiuto da Conrad per scrivere dell’Africa e degli africani sia stato un atto di presunzione o addirittura razzista. D’altra parte, questa prospettiva condizionerebbe negativamente qualunque tentativo di esprimere ciò che si è appreso su un’altra cultura. Un’ulteriore domanda è: l’opera porta il lettore a sostenere o a criticare le espressioni del razzismo o del colonialismo presenti al suo interno?
L’accusa di razzismo più famosa rivolta a Conrad viene dal romanziere nigeriano Chinua Achebe: nel suo saggio Un’immagine dell’Africa, scrive: “Conrad ha chiaramente un problema con i negri... il suo amore disordinato per quella parola dovrebbe essere oggetto di psicoanalisi.” Achebe fa inoltre riferimento alle famose scene in cui Marlow descrive le “braccia nere” incorporee che si agitano tra la vegetazione e, ironicamente, si chiede se il lettore debba forse aspettarsi che siano bianche. Sebbene questo piccolo dettaglio non sia sufficiente per sostenere un’argomentazione, si deve di certo notare che il fascino di Conrad per il movimento di gruppo degli indigeni neri stabilisce che questi individui sono considerati “altri”. Non è chiaro se si tratti di una funzione del razzismo o semplicemente della meraviglia con cui si osservano attività di gruppo sconosciute. Conrad non assegna alcuna volontà personale o azione a questi personaggi come insieme di persone, ma non è un modo insolito per descrivere qualsiasi gruppo.
Un critico non africano, Cedric Watts, contesta la caratterizzazione di Conrad definendola “razzista”. Egli sostiene che l’autore presenti sia i rapaci imperialisti sia gli indigeni, muti ma sempre minacciosi, come una caricatura periodica dell’intera situazione. Watts sostiene che Cuore di tenebra sia scritto con un’ironia nera di fondo: coloro che sembrano civilizzati in realtà non lo sono affatto.
Poiché Cuore di tenebra rimane un’opera simbolo del canone occidentale, il dibattito è in corso. Ancora una volta, sembra che la questione centrale sia la distanza di Conrad da Marlow. La storia di Marlow corrisponde così perfettamente alla biografia dello stesso Conrad che è facile supporre che Marlow registri la prospettiva dell’autore, compresi i suoi pregiudizi e forse il suo razzismo. Ma sulla base del solo romanzo, è impossibile stabilire se Conrad esprimesse le proprie opinioni con un semplice trasferimento o, come si potrebbe attribuire a un grande scrittore, mettendo in ridicolo gli imperialisti. Sebbene gli indigeni siano spesso incomprensibili all’interno dell’opera, sono anche i più innocenti. Per prendere una decisione in merito, è necessario considerare i temi generali dell’opera e il modo in cui questo tema vi si collega, ma anche come Conrad si sarebbe aspettato che il suo pubblico contemporaneo, con opinioni diverse su razza e colonialismo, leggesse il suo libro.