“Se la musica è l’alimento dell’amore, seguitate a suonare, datemene fino a che la mia passione, troppo divampando, soccomba e spiri.”
In questa ormai celebre citazione del primo atto della commedia, Orsino esprime una concezione alquanto contorta dell’amore. Qui chiede essenzialmente di ingozzarsi con il “cibo“ dell’amore, cioè la musica, in modo da ammalarsi a tal punto da non avere più la capacità di amare. È così che Orsino esprime la sua disperazione per l’amore non corrisposto per Olivia, ma suggerisce anche che la sua percezione del desiderio sia intimamente legata all’autoindulgenza.
“Le labbra di Diana non sono certo più tenere e vermiglie delle tue; la tua piccola voce, pura e squillante com’è, rivaleggia con quella di una ragazza, tanto da renderti adatto a interpretare una parte femminile.”
Quando Orsino incontra Cesario, fornisce questa elaborata e sensuale descrizione della sua bocca e della sua voce. Si tratta, naturalmente, di un momento di ironia drammatica, poiché Orsino paragona il paggio a una bella donna. Questo passaggio mostra come l’interesse di Orsino per Cesario derivi da un misto di caratteristiche maschili e femminili, suggerendo che l’androginia di Cesario sia ciò che rende “lui“ così attraente, sia per Orsino che per Olivia.
“Nel qual caso è probabile che sia falso. Ve ne prego tenetelo per voi.”
Quando Cesario si reca da Olivia per consegnarle il messaggio d’amore di Orsino, lo elogia come se fosse una poesia. Olivia, tuttavia, afferma di non volerlo leggere perché molto probabilmente non è autentico. Naturalmente, il motivo principale per cui Olivia rifiuta di leggere le riflessioni di Orsino è che non è interessata a lui, ma suggerisce anche che una scrittura accurata sia probabilmente meno sincera di una composizione nata spontaneamente dalla passione.
“Ah, travestimento, lo vedo bene, sei un maleficio che serve magnificamente la causa del demonio!”
Quando Viola capisce che Olivia è innamorata di lei (cioè di Cesario), incolpa il suo travestimento di aver attirato Olivia e di averla resa un “mostro“ per aver amato Orsino. Questa citazione costituisce un sottile momento di ironia drammatica, in quanto il pubblico capisce che non è semplicemente il suo travestimento ad aver intrappolato Olivia, ma il suo comportamento gentile e delicato di donna.
“Ahimè, la colpa è tutta della nostra fragilità e di nessun altro, perché noi donne siamo come ci hanno fatto.”
Quando Viola si accorge che Olivia si è innamorata del suo alter ego, Cesario, attribuisce la colpa dell’attrazione di Olivia alla fragilità o morbidezza delle donne. Tuttavia, questa citazione è un esempio di ironia verbale, poiché nessuno dei personaggi femminili dell’opera incarna effettivamente questa fragilità: Viola è spiritosa e creativa, Olivia è determinata e persistente e Maria è manipolatrice e audace.
“Ah, se solo fossi il conte Malvolio! [...] convocherei i miei ufficiali, nella mia toga di velluto a fiori, subito dopo essermi alzato dal divano dove avrò lasciato Olivia addormentata…”
In questa citazione Malvolio fantastica su una relazione con Olivia. Tuttavia, è importante notare che la sua fantasia non riguarda tanto l’amore per Olivia quanto il suo desiderio di uno status sociale più elevato. Olivia è quasi un secondo pensiero, mentre Malvolio pensa al potere e al lusso che sperimenterebbe come marito di lei.
“Costui è sufficientemente saggio da far la parte del matto ma, per farla bene, occorre un certo ingegno. Deve capire lo stato d’animo, il rango e il momento adatto di coloro che prende in giro. Sbaglierebbe se si comportasse come un falco selvatico che si lancia su ogni pennuto che gli capiti a tiro. Il suo è un mestiere difficile, quanto quello del saggio.”
In questa citazione, Viola elogia Feste per la sua performance di buffone professionista. Viola sostiene che essere un buffone professionista sia un lavoro, poiché richiede una profonda comprensione delle persone e, ironicamente, un’immensa saggezza. Sul palcoscenico della prima età moderna, il buffone si rivelava spesso il personaggio più saggio della rappresentazione perché ricopriva una posizione di osservazione e di spettacolo. Per molti versi, Feste mantiene questa reputazione ed emerge forse come l’unico personaggio veramente saggio dell’opera.
“In bocca a una persona sveglia le parole valgono quanto un guanto di capretto. Niente di più facile che ribaltarne il senso!”
In questa citazione, Feste paragona argutamente le parole a un guanto, o a qualcosa che può essere capovolto facilmente. Questa osservazione è in linea con la natura “sottosopra“ e “dentro-fuori“ della storica festa della Dodicesima Notte. Suggerisce inoltre che chi lavora con le parole (come lo stesso Shakespeare) ha il potere di manipolare gli altri e gode anche di un’immensa libertà e divertimento.
Non giudicar male la mia fretta. Se le tue intenzioni sono oneste, segui me e questo sant’uomo nella cappella vicina. Lì giunti, dinanzi a lui, sotto quelle volte consacrate, dammi il pegno della tua fede. Solo allora la mia anima gelosa, nutrita di sospetti, avrà pace.
Naturalmente la figura principale del ribaltamento di genere nell’opera è Viola, che si veste da uomo per la maggior parte della narrazione. Tuttavia, anche Olivia ribalta i tradizionali ruoli di genere chiedendo con coraggio, anzi, quasi pretendendo, che Sebastian la sposi. Chiedendo a Sebastian di sposarla, Olivia si cala nel ruolo maschile convenzionale, mostrando al contempo quanto imprevedibile e totalizzante possa essere l’amore.
“Vieni Cesario, perché tale sarai finché resterai uomo. Ma quando avrai indossato abiti femminili, allora sarai l’amata di Orsino e la regina del suo cuore.”
Alla fine dell’opera, l’identità di Viola viene rivelata e lei e Orsino si fidanzano. Tuttavia, Orsino continua a chiamare a Viola usando il nome “Cesario“ e dichiara che, finché indosserà abiti maschili, Cesario sarà la sua identità. Questo passaggio riflette il tema della fluidità del genere e della sessualità, in quanto suggerisce che Orsino è attratto da Viola in parte per la sua identità più nota di Cesario.