Riassunto
Scena 1
Sebastian, il fratello di Viola, è vivo e in compagnia di Antonio, un capitano piuttosto losco ricercato dal Conte Orsino per una serie di attività illecite in mare. Sebastian racconta ad Antonio di sua sorella, Viola, e gli dice che teme sia annegata. Lo ringrazia per la sua gentilezza nel salvarlo dall’annegamento e decide di andare via da solo. Antonio chiede di potersi unire a lui, ma Sebastian rifiuta la sua proposta e se ne va.
Scena 2
Malvolio raggiunge Cesario con l’anello che Olivia gli ha detto di consegnargli. Cesario è sorpreso perché non ha dato nessun anello a Olivia e Malvolio si innervosisce quando dice di non saperne nulla, lo lancia a terra e se ne va. Viola capisce quindi che l’anello è la prova dei sentimenti che Olivia nutre per lei nei panni di Cesario. Le dispiace che Olivia sia innamorata del suo travestimento, perché non porterà a nulla, e le dispiace anche di essere lei stessa innamorata del suo padrone, perché il suo travestimento impedisce un loro avvicinamento.
Scena 3
Sir Toby e Andrew sono svegli fino a tardi, bevono. Feste si unisce a loro e gli viene chiesto di cantare una canzone sull’amore. Iniziano a fare una gran confusione, cantando, bevendo e dicendo sciocchezze. Maria cerca di farli tacere, ma Malvolio viene svegliato dal rumore e scende a rimproverarli per aver disturbato la quiete della casa. Quando Malvolio se ne va, Maria escogita un piano per mettere Malvolio in ridicolo: dato che la calligrafia di Maria è simile a quella di Oliva, scriverà alcune lettere d’amore a Malvolio facendo sì che sembrino scritte da Olivia. Il gruppo decide di procedere con il piano per vedere se funziona. Maria se ne va per tornare a letto mentre Sir Toby e Sir Andrew decidono di continuare a bere per tutta la notte.
Scena 4
Orsino chiede a Feste di cantare una vecchia canzone d’amore, che gli piace molto, e poi inizia a parlare con Cesario dell’amore e delle sue imperfezioni. Orsino paragone le donne alle rose, “che non appena sbocciate, cominciano subito a sfiorire”. Cesario non è totalmente d’accordo con la visione leggermente cinica che Orsino ha delle donne e cercherà di correggere il suo punto di vista più avanti nella scena. Feste inizia a cantare la sua canzone: è una canzone triste che parla di amore e di morte e quando finisce viene congedato. Nell’andarsene, commenta l’estrema mutevolezza dell’umore di Orsino.
Viola tenta di consolare la malinconia di Orsino cercando di fargli accettare che anche se Olivia forse non lo ama, potrebbe forse esserci un’altra donna che lo ama. Orsino ribatte dicendo che le donne sono molto incostanti in amore e che non potrebbero mai provare sentimenti così profondi come l’amore che lui prova per Olivia. Viola sa che non è vero, alla luce dei forti sentimenti che prova per Orsino. Cerca di convincerlo del fatto che le donne “sanno esser schiette almeno quanto gli uomini” e gli racconta una storia, inventata, riguardo una sorella che amava con troppa costanza e troppo intensamente. Orsino chiede a Cesario di tornare da Olivia per mettere una buona parola su di lui; Cesario obbedisce e parte per andare da Olivia.
Scena 5
Arriva Maria con la lettera d’amore che ha scritto per ingannare Malvolio. Sir Toby, Sir Andrew e il loro amico Fabian sono in scena e si nascondono dietro un albero quando Malvolio si avvicina. Maria mette la lettera in un punto in cui sicuramente la troverà. Malvolio arriva e sta già mormorando sciocchezze riguardo al fatto che Olivia possa nutrire interesse per lui e riguardo come sarebbero le cose se fossero sposati; questo fa arrabbiare Sir Toby e Sir Andrew, che vogliono picchiare Malvolio per la sua presunzione. Malvolio trova finalmente la lettera e riconosce la calligrafia di Olivia. Abbocca all’amo e pensa che sia una dimostrazione del fatto che Olivia sia davvero innamorata di lui. Sir Toby e Sir Andrew si meravigliano del piano di Maria e di come abbia funzionato, e non vedono l’ora di vedere Malvolio mettersi ancora più in ridicolo.
Analisi
All’inizio dell’Atto II viene rivelato che Sebastian, il gemello di Viola, è in realtà vivo; e lui stesso pensa che la sua gemella sia annegata durante il naufragio. La versione inglese della scena 1 è scritta completamente in prosa, anche se molte scene di Shakespeare dello stesso tipo, che hanno cioè la funzione di far progredire la narrazione, sono scritte in versi sciolti. Il linguaggio e il tono sono più formali e forzati rispetto a quanto ci si aspetterebbe da una scena come questa. Sebastian afferma: “La sfortuna che m’accompagna potrebbe avere effetti deleteri sulla tua”, frase che è forse più artefatta del previsto detta da una persona in lutto che parla a qualcuno che conosce. Altrettanto stranamente, quando Sebastian se ne va, Antonio parla in versi, rompendo lo stile del discorso fatto con Sebastian.
Un aspetto inspiegabile di questa scena è la riluttanza di Sebastian a divulgare la sua identità: fa riferimento a un nome che usava in passato, Roderigo, quando si presenta ad Antonio per la prima volta. Il motivo per cui Sebastian dovrebbe sentire il bisogno di nascondere la sua identità non è chiaro e non viene più spiegato nell’opera. Inoltre, dopo essere stato chiamato “Duca Orsino” per tutto il primo atto, nel secondo atto Orsino viene più spesso chiamato “Conte”. Questo cambio di titolo potrebbe indicare una differenza tra le versioni dell’opera trascritta nei testi moderni, o un cambio fatto da Shakespeare nel corso della stesura.
In questa scena continua il paragone dell’acqua salata alle lacrime, che Olivia ha menzionato in precedenza nel primo atto. Ma mentre Olivia descrive le sue lacrime come una salamoia, Sebastian crea una metafora tra le sue lacrime e l’oceano in cui è annegata sua sorella. L’immenso dolore di Sebastian è espresso nella costrizione del suo linguaggio, dato che pur essendo sul punto di scoppiare in lacrime, continua a mantenersi formale.
Nella seconda scena Viola nota la grande ironia della sua situazione attuale: che Olivia sia innamorata di Cesario, che il pubblico sa essere Viola, è un esempio di ironia drammatica che causerà confusione in tutta l’opera. Tuttavia, Viola vede già come il suo travestimento causerà problemi anche nella sua relazione con Orsino impedendole di esprimere i suoi veri sentimenti per lui. Trova fastidiosa la contraddizione tra due pensieri: “Finché mi presenterò sotto le spoglie di un uomo, non potrò mai sperare nell’amore del mio signore” e “Come donna, ahimè, quanti inutili sospiri provocherò nella povera Olivia!”. Viola critica anche che Olivia si sia innamorata di Cesario con tanta facilità: nella versione inglese, compara il cuore delle donne alla cera per sigilli, aspetto che in italiano viene reso utilizzando l’aggettivo “tenero” per indicare la stessa malleabilità, e spiega la facilità con cui gli uomini e la loro falsità lascino un’impronta durevole nei loro cuori. Le affermazioni perspicaci di Viola sono un presagio di un futuro confronto con Orsino e Olivia riguardo la sua vera identità, e non le piace l’idea di deludere nessuno dei due.
Nella terza scena Sir Toby si dimostra più colto di quanto non creda il suo amico imbranato, Sir Andrew: Sir Toby allude a un proverbio latino, “diluculo surgere”, che significa “alzarsi all’alba”, insegnato a molti scolari elisabettiani. Sir Andrew dimostra a Sir Toby di essere una testa vuota perché quando cerca di fare riferimento a cose che ha imparato, parla di “Pigrogromitus”, “Vapii” e “Queubus”, probabilmente inventati da Feste e citati in uno dei suoi racconti. Anche Feste si dimostra più colto del presunto sapiente Sir Andrew: si lancia infatti in una serie di parole burlesche, dicendo loro “mi sono intascato la tua gratificazione” per dire che ha intascato il denaro che gli hanno dato.
Le canzoni che Feste canta in questo atto e in tutta la commedia, non è certo che siano opera di Shakespeare. La canzone che Feste e Sir Toby iniziano a cantare quando si trovano di fronte a Malvolio proviene da un libro di canzoni inglesi dell’epoca e le canzoni di Feste sembrano avere somiglianze con altre canzoni di quello stesso periodo, anche se non è stato ancora trovato un riscontro preciso in canzoni dell’epoca shakespeariana.
Sir Toby continua i paragoni con le malattie presenti in precedenza nell’opera. Qui paragona la musica alla malattia, a causa della sua natura contagiosa: Sir Toby afferma che la canzone di Feste è come “un’aria contagiosa”, creando una chiara metafora con il modo in cui una canzone e una malattia riescano a “prendere” l’uomo. Sembra esserci una certa preoccupazione per la peste e le malattie in generale alla base delle frequenti metafore con le malattie che sono comparse nella commedia; forse questi esempi non fanno altro che riecheggiare la preoccupazione per le malattie presenti nell’Inghilterra elisabettiana e ricordano l’epidemia di peste che fece chiudere i teatri meno di dieci anni prima che questa commedia fosse scritta.
In tutta la scena, Sir Toby e compagnia continuano a fare allusioni a elementi della cultura popolare Britannica dell’epoca. Chiama Malvolio “Peg-o’-Ramsey”, che è un riferimento al titolo di una canzone popolare, e definisce il gruppo dicendo “Noi siamo tre burloni”, che è un’allusione a un ritornello popolare all’epoca. Sembra che anche Sir Toby abbia qualche conoscenza della mitologia classica: si rivolge a Maria chiamandola “Pentesilea”, nome della Regina delle Amazzoni, cosa ironica data la sua piccola statura.
La finta magniloquenza di Malvolio diventa chiara in questa scena, in cui Maria nota che Malvolio “manda a mente il comportamento da tenere, senza testo”, il che significa che usa un linguaggio altisonante senza necessariamente conoscerne il significato corretto. Malvolio ricorre a un linguaggio di tipo legalistico quando rimprovera il gruppo per il suo comportamento sbagliato; nota che non hanno intenzione di “temperar la voce” e compiono i loro misfatti “senza remore”. Probabilmente Malvolio non sta agendo per volontà di Olivia, come sostiene invece di fare: è un personaggio così rigido e autoritario che il suo castigo nei confronti del gruppo non è fuori dalla portata del suo comportamento ordinario. Malvolio è molto “puritano”, come ben sa la comitiva non ama le feste, il bere, ogni tipo di allegria, e Sir Toby, Maria, Feste e Sir Andrew si risentono apertamente del tentativo di Malvolio di smorzare i loro animi. Sebbene parte dell’antipatia del gruppo nei confronti di Malvolio derivi dal suo comportamento da guastafeste, la loro definizione di Malvolio come eccessivamente orgoglioso, puritano e impiccione è corretta sotto molti aspetti.
Quando Orsino si fa più scoraggiato in amore e più cinico nei confronti delle donne, Viola cerca di indurlo a capire che la sua visione delle donne non è giusta. All’inizio, Orsino afferma che gli uomini sono più incerti nell’affetto di quanto non lo siano le donne, con “fantasie [che] sono più instabili e incostanti“. Paradossalmente, nel seguito della scena, egli sostiene il punto di vista opposto: afferma che “non esiste cuore di donna così grande e capace da contenerlo tutto“, riferendosi a un amore grande quanto quello che lui prova, e spiega che l’amore delle donne è molto variabile e non duraturo. Anche in questo caso, Orsino usa l’immagine del mare per descrivere la vastità del suo amore, ma l’amore descritto da Viola, quello di una sorella immaginaria, eclissa sia quello che Orsino sostiene di provare, sia quello che pensa che le donne siano in grado di provare.
Questo solleva il tema dei diversi tipi di amore, ricorrente in tutta l’opera. Molti dei personaggi sono fortemente legati all’amore: Orsino è consumato dall’amore per Olivia, Olivia è combattuta dall’amore per il fratello morto e per Cesario, Viola è combattuta dall’amore per Orsino e Malvolio è ostacolato dall’amore per sé stesso. Si tratta di un modo molto semplicistico di descrivere i vari tipi di sentimenti dei personaggi, che differiscono sotto tutti i punti di vista. Ma è la differenza nella qualità, nella nobiltà e nella costanza dell’amore dei personaggi della commedia a determinare il loro esito finale, ovvero se il loro amore meriti di essere corrisposto o meno.
Quando Orsino chiede a Cesario cosa pensi dell’amore, afferma di essere innamorato di una persona dello stesso aspetto e della stessa età di Orsino; ed è vero, anche se sta parlando di Orsino stesso. L’ironia delle affermazioni negative di Orsino sulla capacità di amare delle donne sta nel fatto che Viola lo ama almeno con la stessa costanza con cui lui ama Olivia, e con maggiore devozione. È questo amore non corrisposto che Viola evoca quando inventa la storia della sorella immaginaria di Cesario: lei è sicuramente la serva che descrive, che si strugge per amore e non si abbandona a manifestazioni di malinconia come fa Orsino.
Il discorso di Viola mostra la transizione di Orsino dal suo precedente stato di egocentrismo, in cui contava solo il suo dolore, verso qualcuno che è comprensivo e si preoccupa della storia di Cesario almeno quanto della sua. Quando Cesario termina il suo racconto, è lui che deve riportare la conversazione su Olivia perché Orsino è preso dalla sua storia e si dimentica temporaneamente del suo tentativo di corteggiare Olivia. Questa scena mostra come il rapporto tra Orsino e Cesario sia maturato in un’amicizia molto profonda, con un legame affettivo struggente: da questo momento in poi, anche se il suo corteggiamento a Olivia continua, il suo legame affettivo con Cesario sarà molto più profondo.
Orsino accenna all’immagine della rosa, paragonando la perfezione della donna alla fragilità della rosa. Come le rose, anche le donne “non appena sbocciate, cominciano subito a sfiorire “, e la loro bellezza svanisce anche quando essa si manifesta appieno. Questa similitudine sottolinea che la perfezione è in parte definita dalla sua stessa vulnerabilità e che questa qualità deperibile è insita in ogni istanza di vera bellezza. Questo equilibrio tra bellezza e fragilità, tra felicità e tristezza, è un elemento che domina tutta l’opera: raramente si assiste a un caso di completa disperazione o di completa gioia, ma spesso queste emozioni servono a temperarsi a vicenda e a coesistere all’interno dei personaggi. Un altro esempio calzante è il racconto di Viola sulla sorella: il tono della sua dichiarazione è agrodolce, ma i temi dell’amore e della morte risuonano entrambi nella storia. In questo senso, lo spirito dell’opera è spesso autunnale perché sebbene l’opera parli di amore, la morte è sempre presente e il ricordo della mortalità si lega all’esperienza dell’amore.
Anche Feste riconosce la mutevolezza della natura di Orsino e lo paragona a un opale, simbolo di mutevolezza per le sue qualità iridescenti. Orsino non è così incostante da cambiare rapidamente i suoi sentimenti ma, come viene mostrato in questa scena, i suoi sentimenti sono altalenanti a causa dell’influenza dell’amore e può passare dalla calma alla disperazione in poco tempo. Anche l’immagine della “ seta cangiante“ proposta da Feste è una descrizione accurata degli stati d’animo di Orsino, il cui colore cambia a seconda della prospettiva e della quantità di luce.
La quinta scena serve soprattutto a confermare il carattere di Malvolio e a mettere in scena il crudele scherzo di Sir Toby e Maria nei suoi confronti. Malvolio dimostra infatti di essere pieno di “amor proprio“, come aveva notato Olivia nel primo atto: si crede talmente affascinante e irresistibile che una giovane donna come Olivia sarebbe disperatamente innamorata di lui, servo più anziano, nonostante le continue suppliche di Orsino al suo amore. Prima ancora di leggere la lettera, Malvolio fantastica di essere sposato con Olivia e di poter insultare Sir Toby e Sir Andrew, grazie alla sua immaginaria posizione di prestigio. Le sue riflessioni ad alta voce lo mettono in difficoltà soprattutto con Sir Toby e il gruppo concorda sul fatto che Malvolio si stia comportando da perfetto “tacchino“, immagine adatta a descrivere il modo in cui Malvolio si pavoneggia e il suo ridicolo orgoglio.
Lo scherzo di Maria funziona perché fa leva sulle debolezze di Malvolio: la sua autostima, il suo desiderio di affermazione sociale e la sua illusione che Olivia possa provare qualcosa per lui. Lo scherzo può sembrare un po’ meschino, ma alla fine ha lo scopo di insegnare a Malvolio una lezione, così forse si renderà conto di quanto sia sciocco quando lo scherzo avrà fatto il suo corso e, di conseguenza, rimedierà ad alcuni dei suoi difetti più evidenti.