Fluidità di genere
Uno dei temi centrali de La dodicesima notte è il genere, in particolare la sua natura instabile e incerta nel mondo dell’opera. Attraverso tutti i personaggi travestiti o mascherati dell’opera, Shakespeare esplora il modo in cui il genere sia di per sé in gran parte performativo. Si tratta di un tema particolarmente significativo nel contesto più ampio del teatro inglese dell’inizio dell’età moderna, in cui i ruoli femminili erano interpretati da ragazzi o giovani uomini. Quindi, nel caso di Viola, il suo personaggio sarebbe stato interpretato da un ragazzo vestito da donna e travestito da uomo. La dodicesima notte assume quindi un atteggiamento giocoso, ma comunque perspicace, nei confronti del genere inteso come qualcosa che può essere manipolato e interpretato.
Amore e sofferenza
Fin dall’inizio dell’opera l’amore è presentato come un’emozione onnipotente e logorante, è considerato la causa della sofferenza delle persone, soprattutto quando l’amore non è corrisposto. Nel primo atto, Orsino lamenta il suo amore non corrisposto per Olivia, e desidera disperatamente di porre fine a una sofferenza a cui non può sottrarsi. Si tratta di un tema comune, non solo sul palcoscenico rinascimentale ma anche nella poesia del periodo, compresi i sonetti dello stesso Shakespeare. Spesso l’amore è descritto come un’arma a doppio taglio, o un fenomeno che è contemporaneamente l’intera ragione di vita di qualcuno e l’unica causa del suo dolore.
Travestimento e inganno
Naturalmente il travestimento ha un ruolo importante nell’opera, così come il tema che connota: l’inganno e la menzogna. L’esempio più lampante di un personaggio che usa il travestimento a proprio vantaggio è Viola: nei panni del paggio Cesario, riesce a guadagnarsi una posizione alla corte del Duca Orsino (ruolo che altrimenti le sarebbe stato precluso). Ironicamente, grazie a questo travestimento, Viola riesce anche ad avvicinarsi a Orsino più di quanto sarebbe mai riuscita a fare nei suoi panni di donna. Se i travestimenti - soprattutto quelli da travestito - erano spesso utilizzati nelle commedie di Shakespeare, ne La dodicesima notte questi travestimenti non sono solo una forma di intrattenimento, ma anche un mezzo per commentare la natura del genere e dei ruoli di genere così come erano intesi nella società moderna.
Ambizione e ceto sociale
Sebbene l’opera segua principalmente personaggi che appartengono tutti più o meno alla stessa classe sociale (nobiltà), sviluppa anche una sotto trama che coinvolge il maggiordomo di Olivia, Malvolio. Malvolio vuole disperatamente elevarsi al di sopra della sua posizione sociale e si lascia convincere facilmente quando Maria (la dama di compagnia di Olivia) falsifica una lettera in cui Olivia confesserebbe il suo amore per Malvolio. L’opera si fa beffe dell’ambizione di Malvolio, paragonandolo al contempo a un puritano, un cristiano che all’epoca criticava la Chiesa cattolica e disprezzava soprattutto il teatro. In un momento di ironia drammatica, il pubblico è ben consapevole che Malvolio non potrebbe mai sposare una nobildonna. È interessante notare che nonostante l’opera sostenga una percezione fluida del genere, allo stesso tempo mantiene una concezione rigida della gerarchia sociale.
L’imprevedibilità dell’amore
Gli innamorati de La dodicesima notte (praticamente tutti i personaggi, a un certo punto) si innamorano in fretta e furia degli oggetti del loro affetto. L’opera sottolinea l’imprevedibilità e la natura totalizzante dell’amore attraverso il triangolo amoroso di Orsino, Olivia e Cesario/Sebastian. Attraverso una serie di confessioni private, l’opera presenta una concezione dell’amore come qualcosa su cui non si ha alcun controllo. Olivia, per esempio, si dice non interessata a un pretendente mentre piange la morte del fratello, ma la comparsa di Cesario nella sua vita le fa rapidamente cambiare idea. Il fatto che i personaggi si innamorino così rapidamente, anche di chi finge di essere qualcun altro, sottolinea quanto l’amore sia sregolato e spesso sorprendente, anche per l’innamorato.
Linguaggio e comunicazione
Come molti altri temi dell’opera, Shakespeare presenta il linguaggio e la comunicazione come un’arma a doppio taglio. In alcune circostanze, il linguaggio può essere una fonte di verità e di espressione, come nei casi in cui i personaggi compongono spontaneamente poesie d’amore sulla propria amata (cosa che Shakespeare stesso fece nella sua sequenza di sonetti). Tuttavia, il linguaggio può anche essere un’altra fonte di comunicazione errata e di inganno, come accade, per esempio, con la lettera che Maria scrive a Malvolio per fargli credere che Olivia sia innamorata di lui. Shakespeare presenta il linguaggio, la scrittura e la comunicazione nell’opera ricordando al pubblico il potere e l’abilità del drammaturgo, che deve usare il linguaggio e la poesia per comunicare verità più profonde sul mondo.
Cultura e teatro
La dodicesima notte è, come molte opere di Shakespeare, spesso autoreferenziale e meta-teatrale: in altre parole, gli eventi della commedia spesso commentano la natura stessa del teatro e della rappresentazione. Questo è più evidente nel travestimento di Viola, che incarna il travestitismo già presente sul palcoscenico all’inizio dell’era moderna, in quanto le donne erano sempre interpretate da uomini. Inoltre, il teatro era spesso oggetto di critiche da parte dei puritani in quanto presunta forma di intrattenimento di bassa lega. La dodicesima notte sfida queste critiche utilizzando la sua trama per mettere in discussione le nozioni di genere, sessualità, classe e società in generale. Infine, attraverso il personaggio di Malvolio, che viene paragonato a un puritano, Shakespeare prende in giro la mentalità puritana per il suo essere in gran parte fuori dalla realtà.