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Descrivi il rapporto di Santiago con il mare ritratto da Hemingway.
Hemingway si focalizza sulle connessioni tra Santiago e il suo ambiente naturale: il pesce, gli uccelli e le stelle sono tutti suoi fratelli o amici; egli ha il cuore di una tartaruga; mangia uova di tartaruga per darsi forza; beve olio di fegato di squalo perché fa bene alla salute. Questa connessione con il mare e le sue creature aiuta Santiago ad affrontare la sua grande tragedia. Per Santiago, successo e fallimento sono due aspetti paritetici della stessa esistenza. Sono forme transitorie che vanno e vengono in modo capriccioso senza influenzare la sottostante unità esistente tra lui e la natura. Finché si focalizza su questa unità e vede sé stesso come parte della natura piuttosto che come antagonista esterno in competizione con essa, Santiago non potrà mai essere sconfitto da qualsiasi disgrazia si abbatta su di lui.
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Santiago è un uomo orgoglioso? Se sì, perché? Se no, perché?
Hemingway tratta il tema dell’orgoglio in maniera ambigua. Un uomo eroico come Santiago dovrebbe essere orgoglioso delle proprie azioni, e, come ci dimostra Santiago, l’umiltà “non era un disonore e non comportava la perdita del vero orgoglio”. Allo stesso tempo, però, a quanto pare è l’orgoglio di Santiago che lo spinge ad andare pericolosamente al largo, “lontano da tutta la gente del mondo”, a catturare il marlin. Benché dicesse di amare il marlin e lo chiamasse fratello, Santiago ammette di ucciderlo per orgoglio e il suo sangue ribolle per la battaglia ingaggiata con un antagonista così nobile e degno. Alcuni hanno interpretato la perdita del marlin come il prezzo che Santiago ha dovuto pagare per l’orgoglio dimostrato nel voler spingersi così al largo alla ricerca di una tale preda. Al contrario, qualcuno potrebbe obiettare che questo orgoglio ha portato dei benefici, poiché ha permesso a Santiago di affrontare una sfida degna del proprio eroismo. In conclusione, Hemingway porta avanti il concetto secondo cui l’orgoglio per un lavoro ben fatto – anche se l’orgoglio ha trascinato inutilmente una persona in una determinata situazione – è una caratteristica positiva.
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In che modo Santiago incarna gli ideali di virilità di Hemingway?
L’ideale di virilità di Hemingway è pressoché inscindibile dall’ideale di eroismo. Essere un uomo equivale a comportarsi con onore e dignità: non soccombere alla sofferenza; accettare il proprio dovere senza lamentarsi e, soprattutto, esibire il massimo autocontrollo. La rappresentazione della femminilità, il mare, è esplicitamente caratterizzata dai suoi capricci e dalla sua mancanza di autocontrollo: “se si comportava in modo brutale e spietato era perché non poteva farne a meno”. La rappresentazione della virilità, il marlin, è definita da termini quali “grande”, “meraviglioso”, “calmo” e “nobile” e Santiago si fa forza nel dolore dicendo a sé stesso: “[…] sappi soffrire come un uomo. O come un pesce”, riferendosi al marlin. Nell’universo etico di Hemingway, Santiago ci mostra non solo come vivere la vita con eroismo ma anche in un modo confacente a un uomo.
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Secondo te, Santiago ha successo come pescatore? Se sì, perché? Se no, perché?
Hemingway traccia una distinzione tra due tipi di successo: il successo esteriore, materiale e quello interiore, spirituale. Sebbene Santiago manchi senza dubbio del primo, il significato di questa mancanza è eclissato dal possesso del secondo. Si potrebbe descrivere la storia di Santiago come il trionfo dello spirito infaticabile sulle risorse materiali esauribili. Come osservato in precedenza, le caratteristiche di tale spirito sono l’eroismo e la virilità. Il fatto che Santiago riesca ad arrivare in fondo al romanzo imbattuto, dopo aver costantemente perso il suo bene più prezioso e meritato, conferma il privilegio del successo interiore su quello esteriore.
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Spiega l’ossessione di Santiago di essere un degno avversario del marlin.
Eroismo e virilità non sono semplicemente qualità del carattere che una persona possiede oppure no. Occorre costantemente dimostrare il proprio eroismo e la propria virilità attraverso azioni condotte con dignità. È interessante notare come il valore non possa essere auto-attribuito. Santiago è ossessionato dal dover dimostrare il proprio valore a quelli che lo circondano. Doveva dimostrarlo al ragazzo: “Le mille volte che lo aveva dimostrato non significavano niente. Adesso lo stava dimostrando ancora. Ogni volta era una nuova volta e quando lo faceva non pensava mai al passato”. E doveva dimostrarlo al marlin: “‘Eppure lo ucciderò’ disse. ‘Con tutta la sua grandezza e la sua gloria.’ Anche se non è giusto, pensò. Ma gli farò vedere cosa può fare e cosa può sopportare un uomo”. Una vita eroica e virile non è quindi una vita di pace interiore e autosufficienza; richiede, invece, una costante dimostrazione del proprio valore attraverso un agire nobile.
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In che modo Hemingway lascia intendere che Santiago sia una figura simile a Cristo?
Manolin ha una devozione quasi religiosa nei confronti di Santiago, messa in evidenza quando il ragazzo chiede al vecchio di perdonarlo per non essere più uscito a pesca con lui. Manolin dice: “‘È stato papà a farmi andar via. Sono un ragazzo e devo obbedirgli’”, a cui segue la risposta di Santiago: “‘Lo so […]. È normale. Lui non ha molta fede’”. Il padre di Manolin costrinse il figlio a passare a una barca di maggior successo dopo quaranta giorni di pesca infruttuosa per Santiago: quaranta sono i giorni trascorsi da Gesù nel deserto, tentato da Satana. Come Cristo resistette alle tentazioni del diavolo, così Santiago resiste alla tentazione di cedere alla stanchezza mentre lotta contro il marlin: “Provava la forte tentazione di riposarsi a prua e lasciare che il pesce facesse un giro da solo senza recuperare lenza”. Ma è determinato a sconfiggere il pesce per dimostrare che la propria forza è incrollabile: “‘Lui verrà su presto e io posso resistere. Devi resistere. Non parlarne nemmeno’”.
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Che opinione ha Santiago della propria peccaminosità?
Nella sezione finale del romanzo, Santiago si scusa ripetutamente con il marlin in un modo che offre un’altra chiave di lettura del suo peccato. Il vecchio dice: “‘Mezzo pesce’ […]. ‘Tu che sei stato un pesce. Mi dispiace di essere andato troppo al largo. Ho mandato in malora entrambi’”. La trasgressione di Santiago non è più quella di aver ucciso il pesce, ma di essersi spinto troppo al largo nell’oceano, “lontano da tutta la gente del mondo”. Mentre il primo peccato ha contribuito a spiegare l’inevitabile infelicità della condizione umana, il secondo si concentra invece sull’infelicità evitabile determinata da un’azione intenzionale. Santiago ha scelto di andare troppo al largo; non aveva bisogno di farlo, ma compiendo tale azione è costretto a cedere il proprio premio, il marlin, al mare geloso.
Questa interpretazione del peccato di Santiago è strana perché sembra separare l’uomo dalla natura in un modo che è in contraddizione con il resto del romanzo. Andare troppo al largo è un affronto alla natura simile all’arrogante follia della tragedia greca; Santiago è andato incontro al disastro a causa del proprio orgoglio. Tuttavia, questo aspetto non risulta evidente in nessun precedente punto del romanzo. Il mare sembrava accoglierlo, fornendogli compagnia e cibo durante la sua spedizione. La natura non opponeva alcuna resistenza alle sue attività, tranne forse gli squali, che comunque non sono mai stati creati per essere i vendicatori della natura. Questa lettura del peccato di Santiago risulta quindi molto problematica.
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Descrivi gli aspetti importanti del rapporto tra Santiago e Manolin.
Il rapporto tra Santiago e Manolin può essere riassunto in un’unica frase: “Il vecchio gli aveva insegnato a pescare e il ragazzo gli voleva bene”. Manolin è l’apprendista di Santiago, ma il loro rapporto non si limita all’ambito lavorativo. Il ragazzo mitizza Santiago, ma l’oggetto di tale ammirazione sconfinata non è solo il pescatore un tempo grande ma ora fallito. Si tratta anche di una mitizzazione degli ideali. Ciò aiuta a spiegare la peculiare devozione – quasi religiosa – di Manolin nei confronti del vecchio, enfatizzata quando il ragazzo chiede perdono a Santiago per non essere più uscito a pesca con lui. Manolin dice: “‘È stato papà a farmi andar via. Sono un ragazzo e devo obbedirgli’”, a cui segue la risposta di Santiago: “‘Lo so […]. È normale. Lui non ha molta fede’”.
Nonostante l’evidente natura gerarchica di questo rapporto insegnante/allievo, Santiago mette in risalto il rapporto paritetico con il ragazzo. Per esempio, quando Manolin gli chiede se vuole una birra alla Terrazza, Santiago risponde: “‘Perché no?’ […] ‘Tra pescatori’”. Oppure, quando Manolin si offre di aiutare il vecchio a pescare, Santiago replica: “‘Sei già un uomo’”. Nel dimostrare che ormai Santiago non ha molto da insegnare al ragazzo, questo rapporto di uguaglianza prefigura l’imminente separazione dei due amici e, inoltre, suggerisce che non si tratterà della storia di un ragazzo che impara da un vecchio, ma la storia di un vecchio che impara le lezioni uniche e irripetibili dell’autunno della vita.
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Approfondisci l’importanza del senso della vista in relazione ai personaggi del romanzo.
Hemingway punteggia il romanzo di numerosi riferimenti alla vista. Per esempio, ci viene detto che Santiago ha una vista incredibilmente buona per un uomo della sua età e per le esperienze vissute in mare; al contrario, il nuovo datore di lavoro di Manolin è quasi cieco. Quando il ragazzo fa notare questa cosa a Santiago, il vecchio risponde semplicemente: “Io sono un vecchio strano”. Data l’analogia tra gli occhi di Santiago e il mare, si sospetta che la sua stranezza al riguardo abbia qualcosa a che fare con il suo rapporto con il mare. Tuttavia, questo legame è piuttosto problematico, in quanto potrebbe far pensare che Santiago abbia successo come pescatore.
L’affermazione di Santiago secondo la quale i suoi occhi si adattano al sole nei vari momenti della giornata costituisce un ulteriore esempio dell’importanza della vista e dell’immaginario visivo all’interno del romanzo. Santiago pensa: “Il sole del primo mattino mi ha sempre fatto male agli occhi, pensò il vecchio. Eppure sono ancora buoni. La sera posso guardare dritto nel sole senza vedere nero. È anche più forte, la sera. Ma al mattino è doloroso”. Se si paragonano i cicli temporali della natura alle varie fasi della vita umana – per esempio, settembre visto come l’autunno della vita – è plausibile leggere questo passaggio come l’affermazione del potere edificante dell’età. Mentre è difficile trovare la propria strada nel mattino della giovinezza, questo compito risulta più semplice se svolto da chi ha attraversato il giorno per poi approdare alla sera della vita.
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In che modo la figura di Joe DiMaggio viene utilizzata per enfatizzare il rispetto di Santiago nei confronti della natura?
Mentre lotta contro il marlin, nonostante il dolore che non lo abbandona, Santiago richiama alla mente la figura di Joe DiMaggio, identificato all’inizio del romanzo come modello eroico: “Ma devo avere fiducia” pensò Santiago, “e devo essere degno del grande DiMaggio che fa tutto alla perfezione anche con il dolore dello sperone osseo al calcagno”. Tuttavia è strano che, subito dopo aver valorizzato DiMaggio, Santiago sminuisca la grandezza del giocatore di baseball pensando che il dolore di uno sperone osseo non possa essere così terribile come quello dello sperone di un gallo da combattimento piantato nel calcagno. Conclude addirittura dicendo che “l’uomo non vale molto in confronto ai grandi uccelli e animali. Anche ora preferirei essere quell’animale laggiù nel buio del mare”. La natura – e in particolare il marlin – occupa una posizione privilegiata, addirittura al di sopra dei più grandi modelli di sopportazione umana.