Riassunto
A Cuba vive un vecchio pescatore di nome Santiago, che da ottantaquattro giorni non prende un pesce. Egli è “magro ed emaciato, con la nuca segnata da rughe profonde. […] e le mani avevano le profonde cicatrici che vengono a chi cattura pesci pesanti con lenze a mano. Ma nessuna di quelle cicatrici era fresca. Erano vecchie come erosioni in un deserto senza pesci”. Tuttavia, la mancanza di risultati non annienta lo spirito di Santiago, come dimostrano i suoi occhi “allegri e indomiti”.
Il suo unico amico è un ragazzo di nome Manolin, che lo aiuta durante i primi quaranta giorni del suo periodo di magra. Tuttavia, dopo quaranta giorni, i genitori di Manolin sentenziano che il vecchio è sfortunato e così ordinano al figlio di unirsi a un’altra barca. Ciononostante, tutti i giorni il ragazzo aiuta il vecchio a tirare la sua barca vuota in secco.
Dopo aver guadagnato un po’ di soldi, Manolin chiede a Santiago se può tornare a lavorare per lui. Santiago si oppone alla proposta del ragazzo, dicendogli di ascoltare le parole dei suoi genitori e di restare con una barca fortunata. Santiago informa Manolin che il giorno dopo sarebbe andato al largo nel Golfo a pescare. Manolin dice che cercherà di convincere il suo nuovo datore di lavoro, che è quasi cieco, a pescare nelle vicinanze di Santiago, il giorno dopo. Così facendo, se Santiago prenderà un pesce grosso, Manolin e il suo datore di lavoro potranno aiutare il vecchio a gestirlo.
Manolin si offre di andare a prendere delle sardine al vecchio. Inizialmente, Santiago rifiuta l’offerta ma poi finisce per accettare. Hemingway racconta che “[Santiago] era troppo semplice per chiedersi quando avesse raggiunto l’umiltà. Ma sapeva di averla raggiunta e sapeva che non era un disonore e non comportava la perdita del vero orgoglio”.
I due raccolgono l’attrezzatura dalla barca di Santiago e si dirigono verso la casa del vecchio. La casa è una capanna molto semplice, con un letto, un tavolo, una sedia e il pavimento sporco. Appese alla parete ci sono anche immagini religiose e una stampa a colori, reliquie di sua moglie. La fotografia della moglie che un tempo teneva sulla parete era stata staccata perché vederla lo faceva sentire troppo solo.
Nella capanna, i due recitano il solito rituale notturno, parlando di riso, pesce e rezzaglio fittizi. Hanno venduto il rezzaglio da tempo, ma si ostinano a parlarne come se fosse ancora lì. Il ragazzo decide di andare a prendere le sardine da mangiare insieme.
Poi Santiago tira fuori un giornale e i due discutono di baseball, raccontando con grande entusiasmo di Joe DiMaggio. Santiago dice a Manolin di non avere paura degli Indians di Cleveland, ma di avere fede negli Yankees e in DiMaggio. Continua dicendo che l’ottantacinque è un numero fortunato e, dal momento che il giorno dopo sarebbe stato “l’ottantacinquesimo giorno” senza aver preso un pesce, forse dovrebbero comprare un biglietto della lotteria con quel numero. Manolin se ne va e Santiago si addormenta.
Analisi
La prima frase del libro si presentano come pronunciata da Hemingway: “Era un vecchio che pescava da solo su una piccola barca nella corrente del Golfo e ormai da ottantaquattro giorni non prendeva un pesce”. Le parole sono semplici e la struttura – due proposizioni indipendenti concise collegate da una semplice congiunzione – è lineare, tratti che contraddistinguono lo stile letterario di Hemingway. Mentre in altre opere questa economia linguistica viene utilizzata per trasmettere l’immediatezza dell’esperienza, qui la concisione di Hemingway è accentuata al punto da rendere gran parte della prosa vuota su un livello e pregna di significato sull’altro: in altre parole, le frasi tendono a perdere il loro legame specifico con la realtà, ma allo stesso tempo acquistano un carattere più generale e simbolico, un effetto quasi poetico. Lo stile di Hemingway, quindi, contribuisce a spiegare perché così tanti critici considerano questo suo romanzo più una favola che un romanzo.
L’utilizzo del numero quaranta nella frase successiva è il primo di molti riferimenti religiosi disseminati nel romanzo. Ci viene raccontato che dopo quaranta giorni (il tempo impiegato da Gesù per sconfiggere Satana nel deserto), i genitori di Manolin sentenziarono che “il vecchio era ormai sicuramente e definitivamente salao, cioè uno sfortunato della peggior specie”. Questa frase annuncia uno dei temi del romanzo: la lotta eroica contro il destino immutabile. Infatti, l’intero primo paragrafo enfatizza l’apparente mancanza di successo di Santiago. Per esempio: “Il ragazzo si rattristava nel vedere il vecchio rientrare ogni giorno con la barca vuota”. E, con più potenza: “La vela era rattoppata con sacchi di farina e, avvolta, sembrava la bandiera dell’eterna sconfitta”.
Questo genere di peggioramento nella descrizione di Santiago continua con i dettagli del suo corpo vecchio e consumato. Perfino le cicatrici, eredità dei successi di un tempo, sono “vecchie come erosioni in un deserto senza pesci”. Tutto ciò però cambia improvvisamente nel momento in cui Hemingway scrive magistralmente: “Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi, che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti”. Questa affermazione richiama l’attenzione sulla dicotomia tra due diversi tipi di successo: il successo esteriore, materiale e quello interiore, spirituale. Sebbene Santiago manchi senza dubbio del primo, il significato di questa mancanza è eclissato dal possesso del secondo. Il trionfo dello spirito infaticabile sulle risorse materiali esauribili è un altro tema del romanzo. Inoltre, il colore degli occhi di Santiago anticipa, in maniera sempre più esplicita, il paragone che Hemingway farà tra Santiago e il mare, suggerendo un’analogia tra lo spirito indomito di Santiago e la forza sconfinata del mare.
Il rapporto tra Santiago e Manolin può essere riassunto in un’unica frase: “Il vecchio gli aveva insegnato a pescare e il ragazzo gli voleva bene”. Manolin è l’apprendista di Santiago, ma il loro rapporto non si limita all’ambito lavorativo. Il ragazzo mitizza Santiago, ma l’oggetto di tale ammirazione sconfinata non è solo il pescatore un tempo grande ma ora fallito. Si tratta anche di una mitizzazione degli ideali. Ciò aiuta a spiegare la peculiare devozione – quasi religiosa – di Manolin nei confronti del vecchio, enfatizzata quando il ragazzo chiede perdono a Santiago per non essere più uscito a pesca con lui. Manolin dice: “‘È stato papà a farmi andar via. Sono un ragazzo e devo obbedirgli’”, a cui segue la risposta di Santiago: “‘Lo so […]. È normale. Lui non ha molta fede’”.
Nonostante l’evidente natura gerarchica di questo rapporto insegnante/allievo, Santiago mette in risalto il rapporto paritetico con il ragazzo. Per esempio, quando Manolin gli chiede se vuole una birra alla Terrazza, Santiago risponde: “‘Perché no?’ […] ‘Tra pescatori’”. Oppure, quando Manolin si offre di aiutare il vecchio a pescare, Santiago replica: “‘Sei già un uomo’”. Nel dimostrare che ormai Santiago non ha molto da insegnare al ragazzo, questo rapporto di uguaglianza prefigura l’imminente separazione dei due amici e, inoltre, suggerisce che non si tratterà della storia di un ragazzo che impara da un vecchio, ma la storia di un vecchio che impara le lezioni uniche e irripetibili dell’autunno della vita.
Un tipo simile di uguaglianza inaspettata emerge quando Hemingway descrive i diversi modi in cui vengono trattati marlin e squali, a riva. Se da un lato questo prelude alla lotta tra il marlin di Santiago e gli squali, dall’altro mette sullo stesso piano i partecipanti. Nonostante le battaglie in mare, i marlin e gli squali sono entrambi macellati e utilizzati dagli essere umani sulla terraferma. Il loro antagonismo non ha alcun significato a riva. Come nel caso di Santiago e Manolin, questa equiparazione evidenzia la tematica, sviluppata nel romanzo, dell’unità della natura – umanità inclusa –, un’unità che alla fine va in soccorso dell’eroica vittima di una grande tragedia.
Hemingway punteggia il romanzo di numerosi riferimenti alla vista. Per esempio, ci viene detto che Santiago ha una vista incredibilmente buona per un uomo della sua età e per le esperienze vissute in mare; al contrario, il nuovo datore di lavoro di Manolin è quasi cieco. Quando il ragazzo fa notare questa cosa a Santiago, il vecchio risponde semplicemente: “Io sono un vecchio strano”. Data l’analogia, precedentemente menzionata, tra gli occhi di Santiago e il mare, si sospetta che la sua stranezza al riguardo abbia qualcosa a che fare con il suo rapporto con il mare. Tuttavia, questo legame è piuttosto problematico, in quanto potrebbe far pensare che Santiago abbia successo come pescatore. L’esatto rapporto di Santiago con il mare verrà comunque ripreso nei capitoli successivi.
La semplicità della casa di Santiago sviluppa ulteriormente la nostra visione di Santiago come di una persona materialmente fallita. È interessante che Hemingway richiami l’attenzione sulle reliquie della moglie di Santiago presenti in casa, introducendo un aspetto del vecchio altrimenti assente in tutto il romanzo. Ciò è significativo perché conferisce una certa completezza al personaggio, che lo rende qualcosa di più di un everyman – termine appropriato per un allegoria, che fa riferimento al morality play inglese Everyman, dramma allegorico del XVI secolo, e sta a indicare l’“uomo qualunque”, una persona comune con la quale chi legge o assiste allo spettacolo può facilmente identificarsi. Tuttavia, citare questo aspetto semplicemente per poi rimuoverlo dalla scena rende la sua assenza ancora più degna di nota, e ci si potrebbe domandare se il personaggio di Santiago non sia descritto in modo troppo approssimativo per permettere a chi legge di identificarsi completamente con la sua storia.