Riassunto
Capitolo 5
Catherine e Isabella si vedono il giorno dopo a teatro, ma la prima è concentrata nella ricerca di Henry. Purtroppo il giovane non si trova da nessuna parte, sebbene la ragazza scandagli tutti i luoghi di ritrovo più frequentati di Bath. Catherine condivide la sua ansia di vedere ancora Henry con Isabella e quest’ultima suppone che debba essere un “giovanotto affascinante”.
Nel frattempo, la signora Allen si sta ambientando a Bath ed esprime la sua gioia nel conoscere la famiglia Thorpe. La donna promuove l’amicizia tra Catherine e Isabella in ogni occasione. Quando le due giovani non passeggiano per la città, trovano conforto nel leggere romanzi insieme. A questo punto, Jane Austen fa un passo indietro rispetto alla narrazione per giustificare la pratica di leggere e scrivere romanzi in generale. L’autrice rifiuta di definire i romanzi “spazzatura” e, al contrario, ne elogia i meriti. Austen racconta al lettore che non si vergogna di raffigurare la sua eroina come un’avida lettrice. Infatti, il coinvolgimento di Catherine nel mondo dei libri avrà sempre più implicazioni nella sua relazione con Henry.
Capitolo 6
Isabella e Catherine si incontrano nella Pump Room e discutono dei Misteri di Udolpho, celebre romanzo gotico di Ann Radcliffe, che la giovane Morland sta leggendo e che Isabella ha già finito. Quest’ultima dà poi all’amica una lista di libri consigliati prima che la conversazione approdi a Miss Andrews, un’amica di Isabella. La giovane Thorpe insiste che Miss Andrews è “bella come un angelo”, ma osserva, allo stesso tempo, che gli uomini in generale non la ammirano. Catherine e Isabella continuano discutendo dei misteri dell’amore. Isabella giudica gli uomini come “gli esseri più presuntuosi al mondo”, ma lascia intendere di essere innamorata di un uomo con la carnagione chiara che l’amica già conosce.
Nel frattempo, Isabella esprime fastidio quando vede due uomini fissarla dall’altra parte della stanza, così le due amiche raggiungono l’altro lato della stanza. Tuttavia, quando Isabella nota che i due hanno lasciato insieme la Pump Room, si gira “immediatamente” e nota che “uno era davvero un bel giovanotto”. Seguendo l’esempio di Isabella, Catherine va in cerca dei due giovani.
Capitolo 7
Come Isabella e Catherine tentano di trovare i due uomini che hanno appena lasciato la Pump Room, si imbattono nei loro fratelli, appena arrivati a Bath. John, fratello di Isabella, è amico di James Morland dai tempi di Oxford e si scopre che James è attratto da Isabella (sebbene tenti di non rivelare il suo affetto). John elogia i meriti del suo cavallo e chiede a Catherine di fare un giro in carrozza con lui il giorno dopo. La giovane Morland chiede al ragazzo se abbia mai letto I misteri di Udolpho e lui si imbarazza quando sbaglia l’autrice, identificandola con Frances Burney, altra romanziera celebre. I quattro si dirigono alla casa dei Thorpe e John chiede a Catherine se voglia essere sua partner di danza quella sera. La giovane ne è lusingata, nonostante l’autrice faccia notare che a Catherine John non sarebbe affatto piaciuto se il suo giudizio non fosse stato influenzato dall’entusiasmo di lui di esserle vicino.
Dopo aver lasciato la casa dei Thorpe, James rivela a Catherine che trova Isabella “una ragazza molto amabile”. Mentre Catherine pensa che il fratello sia giunto a Bath per fare visita a lei, Austen lascia intendere ai suoi lettori che il suo obiettivo sia duplice (era più motivato dalla prospettiva di vedere Isabella). Una volta tornati dagli Allen, Catherine ricomincia a leggere il romanzo dal punto in cui si era interrotta, mentre James fugge per riunirsi con gli amici.
Capitolo 8
Quella sera, Catherine, James, i Thorpe e gli Allen partecipano a un altro ballo organizzato alle Upper Rooms. James implora Isabella di danzare con lui. Nonostante all’inizio lei protesti perché non vorrebbe lasciare Catherine, cede molto velocemente e la giovane Morland, sola tra la signora Thorpe e la signora Allen, “non poté fare a meno di essere contrariata per il mancato arrivo di Mr. Thorpe”. Ma tutti i pensieri sul suo compagno di ballo scompaiono quando all’improvviso vede Henry avvicinarsi con la sorella. Il ragazzo saluta la signora Allen per prima, che gli dice che temeva avesse lasciato Bath. Henry le risponde che è stato via per una settimana, prima di rivolgersi a Catherine e chiederle di danzare. Sebbene la giovane Morland desideri ballare con lui, deve rifiutare Henry perché è già impegnata per la serata.
Quando John Thorpe arriva, Catherine danza con lui due canzoni e si sente sollevata quando vengono interrotti per essere presentati alla sorella di Henry, Miss Tilney. Isabella trova Catherine mentre sta ancora danzando con James e le due ragazze ammirano il modo di vestire grazioso di Eleanor Tilney. Isabella esprime il desiderio di vedere Henry di persona, tuttavia sembra dimenticarsene altrettanto rapidamente e Catherine “non poté evitare qualche lieve sospetto circa la totale sospensione di tutto l’impaziente desiderio di Isabella di vedere Mr. Tilney”. Invece di cambiare i partner di ballo, James e Isabella continuano a danzare oltre il limite consueto. Catherine tenta di scorgere Henry, ma scopre che lui sta già ballando con un’altra ragazza. La giovane è “delusa e contrariata” e trova il resto della serata molto noioso in assenza della compagnia del ragazzo.
Analisi
La difesa di Jane Austen del romanzo come genere costituisce il cuore del quinto capitolo. Paradossalmente, afferma la scrittrice, sono i romanzieri i più ingenerosi nei confronti delle creazioni di fantasia altrui: essi, infatti, si ritrovano spesso a “svilire le stesse pubblicazioni il cui numero essi stessi stanno incrementando”. Al contrario, Jane Austen si sforza di superare questa ipocrisia. Al posto di sminuire la lettura e la scrittura di romanzi, l’autrice afferma di voler rappresentare Catherine come una lettrice che tutela le eroine di altre opere e che offre loro “protezione e stima”. Al contrario di quanto molti critici hanno suggerito, l’atteggiamento di Austen verso i romanzi gotici, resi celebri da autori come Ann Radcliffe, non ha un intento meramente satirico. Infatti, la scrittrice tenta di promuovere tutte le forme narrative come legittime espressioni dell’immaginazione artistica.
In quest’ottica, l’apprezzamento di Catherine per i romanzi gotici, in particolare per i sensazionali misteri venati di romanticismo di autori quali la Radcliffe, simboleggia il coinvolgimento di Jane Austen nella diffusione della letteratura popolare, resa possibile dalla proliferazione delle librerie locali, molte delle quali soddisfacevano l’appetito della clientela per le ultime novità. La Minerva Press di William Lane diede alle stampe la maggior parte dei titoli gotici più venduti, inclusi tutti i libri che Isabella suggerisce a Catherine nel sesto capitolo. In quanto lettrice meno sofisticata di Catherine, Isabella non mostra interesse per Sir Charles Grandison, romanzo di Samuel Richardson pubblicato nel 1754, circa cinquant’anni prima che Austen scrivesse L’abbazia di Northanger. L’opera epistolare di Richardson (scritta utilizzando una serie di lettere) narra le avventure del coraggioso e moralista Grandison. Mentre a Catherine piace quel romanzo, Isabella lo definisce “un libro davvero orrendo”, basandosi su quanto appreso da Miss Andrews, che non è riuscita a terminare di leggerlo. Il gusto di Isabella per le novità sostituisce la sua pretesa di essere una colta conoscitrice delle arti.
Per molti versi, le complessità del carattere di Isabella iniziano a emergere solo nel sesto capitolo. La doppiezza è il cavallo di battaglia della giovane, che rivela la sua doppia natura quando sfugge ai due giovani che la stanno fissando, solo per poi seguirli all’esterno quando se ne vanno. Isabella è una consumata seduttrice, capace di nascondersi dietro il velo della modestia o di rivelare a piacimento la sua vera audacia. Nonostante l’amicizia tra le due ragazze sembri abbastanza innocua a questo punto del romanzo, l’allusione che Isabella rivolge a Catherine riguardo il suo affetto per un uomo dalla carnagione chiara che l’amica conosce rivela che l’alleanza delle due è molto più importante di quanto la giovane Morland possa credere.
Le macchinazioni della trama che Austen intesse si mettono in moto nel settimo capitolo con l’arrivo di James e John a Bath. L’attrazione ben evidente di Isabella per James fa sorgere non pochi dubbi sulla sua amicizia con Catherine. Isabella voleva stabilire una rapida e pura intimità con l’amica o stava tentando di creare un’alleanza che l’avrebbe portata più vicina all’oggetto del suo desiderio? Dopotutto, si potrebbe dedurre che l’attrazione della maggiore delle Thorpe per James sia antecedente al loro incontro a Bath. Alcuni critici hanno suggerito che Isabella presenti Catherine al fratello e incoraggi le attenzioni di John per allontanare in modo deliberato la giovane Morland da Henry, così da tessere una stretta rete attorno la sua cerchia familiare con il suo schema di incontri combinati. Sebbene questa lettura rischi di inquadrare in modo errato Isabella come un personaggio quasi malvagio, di certo il lettore intravede il suo lato manipolatore quando ella incoraggia Catherine a fare un giro in carrozza con suo fratello ma dice che “non ci sarà posto per un terzo passeggero”. La giovane Morland è attratta dalle attenzioni lusinghiere, sebbene Austen dica al lettore che Catherine e John sono una coppia mal assortita sotto qualunque punto di vista. Avvicinando John e Catherine, Isabella aumenta le possibilità che il suo piano riguardo James abbia successo. Nell’intricata danza di corteggiamento e desiderio che forma i legami di attrazione, Isabella è la vera maestra di cerimonie.
Tuttavia, il ritorno di Henry nel capitolo ottavo potrebbe servire come occasione per mandare all’aria i piani di Isabella. Austen crea un’altra situazione che distrugge gli stereotipi letterari femminili quando Catherine vede Henry dall’altra parte della stanza. Mentre le eroine di altri romanzi potrebbero allarmarsi nel vedere un’altra donna tra le braccia dell’amato, Catherine utilizza il processo deduttivo per accertarsi che quella è la sorella di Henry. L’autrice scherza sul fatto che questa sua deduzione fa ”gettare via” a Catherine “un’ottima opportunità di considerarlo perso per sempre, in quanto già sposato”. Richiamando i violenti e melodrammatici errori compiuti da altre donne di fantasia – la storia d’amore destinata fatalmente all’insuccesso è un tropo comune dei romanzi sentimentali del Diciottesimo secolo – Jane Austen invoca le convenzioni solo per evitarle.
Catherine, insiste la sua creatrice, non cadrà preda delle stesse manchevolezze caratteriali che hanno portato i lettori ad aspettarsi dalle loro eroine di fantasia reazioni isteriche di fronte all’amore. Soprattutto, Austen si sforza di fornire a chi legge un resoconto più naturalistico della sua protagonista, come dimostra la descrizione della reazione di Catherine: “invece di apparire di un pallore mortale, e di svenire in seno a Mrs. Allen, Catherine rimase ben diritta, perfettamente padrona di sé”. L’effetto di queste righe è quello di distinguere Catherine dai suoi predecessori. Il lettore vede il comportamento dell’eroina della Austen più pragmatico e razionale che emozionale ed esplosivo.