L'abbazia di Northanger

L'abbazia di Northanger Riassunto e analisi di di Volume 2, Capitoli 5-9

Riassunto

Capitolo 5

Catherine lascia Bath all’inizio del capitolo cinque. La giovane Morland è molto emozionata di andare alla tenuta dei Tilney, tuttavia il viaggio non si rivela del tutto piacevole. Per prima cosa, il generale Tilney redarguisce suo figlio, il capitano, per aver fatto tardi a colazione. Inoltre, una volta partiti, il generale si arrabbia con i camerieri della locanda in cui si fermano per il pranzo. Il momento saliente del viaggio arriva quando Catherine cambia carrozza e prosegue il tragitto con Henry.

Henry racconta a Catherine che lui di solito si divide tra l’abbazia di Northanger e Woodston, dove ha una canonica. Tuttavia, Catherine è molto più interessata ad ascoltare storie sull’abbazia. Per lei Henry inventa un racconto spaventoso ambientato nella tenuta dei Tilney, prendendo in prestito i dettagli dai romanzi gotici che ha letto. Catherine è completamente assorbita dalla storia di una camera infestata e un passaggio segreto, ma il giovane la fa breve perché è “troppo divertito dall’interesse che aveva suscitato per essere capace di andare oltre”. Quando raggiungono l’abbazia, la giovane Morland scopre che è un edificio ammodernato. Nel mentre, il generale annuncia che è ora di cena e Miss Tilney sollecita Catherine a prepararsi in fretta.

Capitolo 6

Una volta che Catherine si ritrova da sola nella camera che le è stata assegnata all’abbazia di Northanger, trova una cassapanca molto vecchia. La giovane è eccitata e prova ad aprire la serratura prima che venga interrotta da una domestica. Catherine la allontana e alla fine solleva il coperchio della cassapanca solo per scoprire un copriletto bianco di cotone. In quel momento, Miss Tilney entra nella stanza e la giovane ospite si imbarazza per essere stata sorpresa nell’atto di rovistare nella cassapanca. Per fortuna, Eleanor dice solo che la cassapanca è stata un cimelio di famiglia per diverse generazioni. Poi le due ragazze si dirigono a cena. I Tilney e Catherine mangiano in una stanza ampia e ben arredata e il generale è entusiasta quando la giovane Morland gli racconta che la sala da pranzo degli Allen è solo metà di quella.

Quella notte, mentre una tempesta imperversa, Catherine tenta di consolarsi andando a dormire. Tuttavia, la giovane vede un “mobiletto alto e antiquato, che, sebbene fosse in una posizione abbastanza evidente, non aveva ancora attirato la sua attenzione”. Catherine prende una candela e apre il mobiletto. C’è una piccola porta nel retro del mobiletto, la giovane la apre e scopre un manoscritto. La stanza è troppo poco illuminata per leggere, così Catherine rimanda la lettura alla mattina successiva.

Capitolo 7

Catherine si sveglia la mattina dopo per leggere il misterioso manoscritto. La giovane scopre che, in realtà, è un inventario di biancheria e altri oggetti di casa. Catherine rimette i fogli nel mobiletto, “impaziente di liberarsi di quelle odiose evidenze della propria stupidità”. Quel giorno, a colazione, la giovane fa del suo meglio per intessere gradevoli conversazioni e nascondere la vergogna. Nel frattempo, Henry parte per Woodston per qualche giorno e, una volta che il giovane è via, Catherine fa una passeggiata con il generale Tilney e la figlia, facendo visita ai terreni dell’abbazia.

Il generale conduce le due ragazze al suo orto, in cui cresce una varietà di frutti e fiori esotici. L’uomo poi le lascia per occuparsi di mansioni di natura botanica e Catherine e Miss Tilney procedono camminando lungo un sentiero dall’aspetto tenebroso, il preferito della defunta signora Tilney. Catherine apprende che il generale si rifiuta di proseguire lungo quel passaggio e sospetta che non amasse la moglie. Quando apprende inoltre che l’uomo rifiuta di appendere il ritratto della signora Tilney nella sua camera, la giovane Morland si convince che il generale fosse un marito crudele che maltrattava la moglie.

Capitolo 8

Il generale riappare dal giardino e fa fare a Catherine un giro della tenuta con Miss Tilney al suo fianco. Il salotto, la biblioteca e la cucina colpiscono la giovane ospite per quanto sono ben decorati, tuttavia Catherine non si sente soddisfatta perché avrebbe voluto vedere le stanze nascoste e inutilizzate della casa. Il gruppetto attraversa le camere da letto e arriva a una serie di porte alla fine di un lungo corridoio. Miss Tilney sta per aprirle quando il generale la ferma e interrompe la visita. Come i tre ripercorrono i loro passi, la giovane Eleanor sussurra a Catherine che stava per mostrarle la stanza della madre defunta.

Miss Tilney racconta poi alla sua giovane ospite che la signora Tilney è morta di una malattia improvvisa, così i sospetti di Catherine si acuiscono. La ragazza immagina che il generale Tilney abbia invece rinchiuso la moglie e che ella sia rimasta viva in una stanza segreta della casa senza che i figli lo sappiano. “Dato che il lato del quadrilatero, nel quale supponeva che si svolgesse la scena della colpa, era, secondo i suoi calcoli, esattamente di fronte a quello in cui si trovava lei, le venne in mente che, se l’avesse sorvegliato con discrezione, qualche raggio di luce della lampada del generale avrebbe potuto brillare attraverso le finestre più in basso, mentre lui si recava nella prigione della moglie”, ma si addormenta prima di poter sorvegliare.

Capitolo 9

Il giorno dopo, Catherine va in chiesa con i suoi ospiti e vede un monumento in onore della signora Tilney di fronte al banco di famiglia. Si domanda come il generale possa apparire tanto calmo standovi così vicino, tuttavia si convince che sia un uomo che può vivere “senza sentimenti di umanità o rimorso”.

Terminata la funzione, Catherine e Miss Tilney vanno nella stanza della seconda per vedere il quadro che ritrae la madre. La prima è delusa dal fatto che il ritratto non somigli a Eleanor, tuttavia tenta di trovare una similarità tra le due. Le ragazze poi percorrono il corridoio che porta alla vecchia camera della signora Tilney, ma, proprio quando le due stanno per entrare nel corridoio, il generale chiama la figlia. Catherine decide allora di esplorare la stanza da sola, dal momento che non vuole che Miss Tilney abbia dei guai con il padre.

Quella sera, prima di cena, Catherine si avventura in direzione della stanza. Appena vi entra, si meraviglia del fatto che sia una camera luminosa e ammobiliata in modo moderno. La giovane ospite pensa che il generale abbia rimosso dalla stanza tutte le tracce della moglie per celare i suoi crimini. Catherine lascia la camera visto che non vuole che qualcuno scopra la sua intromissione, tuttavia in corridoio si imbatte in Henry. La giovane confessa che ha visto la stanza della madre. Catherine gli racconta della sua congettura secondo cui suo padre non era davvero affezionato alla signora Tilney, che morì molto repentinamente. Henry nega con rabbia e dice a Catherine che sua madre, morta per un’improvvisa crisi epilettica, aveva ricevuto le migliori cure mediche. Inoltre, sostiene che il generale Tilney tenesse molto a lei. Catherine si vergogna quando realizza che i suoi sospetti sono infondati e fugge in camera sua in lacrime.

Analisi

Nel capitolo quinto della seconda parte del romanzo Catherine è introdotta all’ospitalità della famiglia Tilney. Nonostante la sua infatuazione per Henry e l’amicizia con la sorella, la giovane non si sente del tutto a suo agio con la famiglia a causa del carattere dispotico del generale. Prima di questo capitolo, Jane Austen ha solo suggerito l’esistenza di una tensione tra il padre e i figli, ma in questa parte il lettore riesce a scorgere l’impazienza del generale e il suo lato esigente sotto una chiara luce.

Il capitolo cinque è anche significativo perché presenta il racconto gotico di Henry, un amalgama di vari cliché scovati nei romanzi celebri del tempo. La storia del giovane Tilney è una parodia di tre romanzi di Ann Radcliffe, due dei quali Catherine non ha ancora letto: al fianco di I misteri di Udolpho, Henry cita i dettagli della trama di Romanzo siciliano e di Romanzo della foresta. Le allusioni di Henry alle opere di Ann Radcliffe sono di natura satirica, nonostante Catherine non registri questa dimensione della sua storia. Presentando la giovane Morland come la protagonista del suo racconto inventato, il ragazzo la porta a immaginare sé stessa come l’eroina di un’avventura gotica, un’idea che avrà delle ripercussioni più avanti nel romanzo quando Catherine tenterà di scoprire la causa della morte della signora Tilney nei capitoli otto e nove.

Lo stile di Jane Austen cambia radicalmente nel settimo capitolo della seconda parte. Se nella prima parte del romanzo la prosa è incentrata su scambi arguti, nella seconda parte, al capitolo sei, i dialoghi danno la precedenza a lunghe descrizioni delle stanze dell’abbazia e delle vicinanze. Nel capitolo sei, Austen deride le trame melodrammatiche dei romanzi gotici minando le aspettative della protagonista di trovare importanti documenti della famiglia Tilney. Invece che rivelare segreti di famiglia, l’antica cassapanca in legno di cedro che Catherine trova nella sua camera risulta contenere niente più che un copriletto ripiegato. Attraverso questo dettaglio umoristico, l’autrice insiste sulla natura ordinaria della tenuta dei Tilney, nonostante Catherine indugi sul suo desiderio fantastico di svelare una storia soprannaturale nei mobili, o almeno un segreto non divulgato.

La tecnica di Jane Austen di trafiggere le convenzioni del gotico prosegue nel successivo capitolo sette. La falsa speranza di Catherine di scoprire un segreto di famiglia si è nuovamente accesa quando crede di aver trovato un documento nascosto nel mobiletto della sua stanza.

Appena la giovane Morland si sveglia e scopre di essersi sbagliata sul documento, le sue speranze vengono meno e Jane Austen torna alla modalità descrittiva realistica che ha caratterizzato la prima parte. Questo modo di rappresentare è caratterizzato da un’intensa preoccupazione per i dettagli materiali della vita di tutti i giorni, apprensione condivisa dal generale Tilney. Per il ricco proprietario terriero, la visita di Catherine fornisce l’occasione per ostentare i simboli di status sociale accumulati in una vita. L’attaccamento del generale ai suoi beni viene alla luce quando mostra a Catherine l’orto, dove sembrava lavorare “l’intera comunità della parrocchia”, che coltiva i suoi frutti esotici preferiti. La ragazza nota inoltre che pare esserci un “villaggio di serre”. Qui il linguaggio di Jane Austen racconta al lettore che l’orto del generale Tilney replica la struttura della società feudale, in cui contadini impoveriti lavoravano duramente per la nuova borghesia proprietaria terriera. Allo stesso tempo, nel suo orto ci sono le più moderne innovazioni del tempo, che lui può permettersi di installare sulla base della sua ricchezza. In Inghilterra, nel Diciottesimo secolo, solo lo strato più privilegiato della società poteva godere di frutti come gli ananas freschi. Il generale Tilney nota aspramente che “le serre di ananas ne avevano prodotti solo un centinaio l’inverno precedente”, ma Austen fa sapere al lettore quanto quel luogo sia raro attraverso l’ammissione di Catherine di non aver mai visto un orto di quella grandezza. Tuttavia, le impressioni favorevoli della giovane sulla ricchezza del generale Tilney sono eclissate dalla sua deduzione che lui potrebbe aver causato la morte della moglie.

I sospetti di Catherine sul generale Tilney giungono al loro culmine nei capitoli otto e nove. Ingenua e impressionabile, la ragazza immagina che il generale abbia “l’aria e l’atteggiamento di un Montoni”, il cattivo di I misteri di Udolpho. Nonostante Catherine non abbia prove della sua crudeltà e del fatto che abbia ucciso la moglie, si convince che il generale sia conforme ai tratti caratteriali dell’uomo malvagio di cui ha letto nei libri. Catherine rivede il suo giudizio su di lui alla fine dell’ottavo capitolo, quando ipotizza che l’uomo abbia solo rinchiuso la moglie in una camera segreta al posto di ucciderla. Tuttavia, questa idea la rende ancora più determinata nell’esaminare la camera della signora Tilney nella speranza di trovare una prova.

Una volta che la giovane protagonista si imbatte in Henry dopo essere uscita dalla stanza della signora Tilney, nel capitolo nono, realizza che i suoi sospetti sono infondati. Il discorso che il giovane le fa in questo capitolo è una delle parti più celebri del romanzo di Jane Austen. Sotto la luce dell’esame razionale, le affermazioni di Catherine sul presunto segreto di famiglia si rivelano inattendibili. Henry fa a Catherine una serie di domande retoriche, volte a mettere alla prova le sue idee infondate riguardo la morte della madre. Il giovane le chiede se è usuale per un assassinio passare inosservato in un paese “dove chiunque è circondato da un vicinato di spontanei delatori” e in cui “vie di comunicazione e giornali mostrano tutto alla luce del sole”, ricordandole i mezzi avanzati di comunicazione e i pettegolezzi locali che caratterizzano la loro epoca moderna. Quando Catherine realizza quanto sia stata stupida, la sua fantasia letteraria arriva al capolinea.