Dopo il rivoluzionario atto, momentaneamente giustificato dallo stesso Quantorzo come un “lusso di bontà” come già il padre di Vitangelo ne aveva avuti prima di lui, il narratore assume su di sé il ruolo di imperterrito contestatore del mondo borghese: continua a indossare, ora consapevolmente, la maschera di Gengè pur essendo un altro — “M’ero, mogio mogio, rinchioccito tra le gonnelle di Dida dentro la sorda tranquilla e oziosa stupidità del suo Gengè” —, pur vessando in modo tacito Dida (tanto da desiderare in più occasione di svelarle il misfatto, la presenza di un altro uomo accanto a lei, diverso da quello che credeva d’aver sposato) e prendendo a calci la sua cagnolina Bibì, ora destinataria prediletta delle sue illazioni. È con Bibì che Vitangelo giungerà al riso amaro, dopo aver raggiunto lo stadio più straziante della solitudine: l’uomo è segregato all’interno del suo stesso corpo perché la sua coscienza non è altro che un insieme delle prospettive e delle idee che gli altri immettono in noi. Con questa nuova auto rivelazione, il suo viso è rigato dalle lacrime, celermente sostituite da una fragorosa risata: Vitangelo inizia a imitare lo zoppicante andamento della cagnetta in un istante d’improvvisa alienazione mentale. Dida sospetta che egli sia vittima di una qualche forma di delirio e chiede aiuto ai due sottoposti, Quantorzo e Firbo. Durante una visita di Quantorzo alla dimora dei Moscarda, mentre egli è intento a confabulare con Dida, Vitangelo rientra e, annunciando di essere rincasato assieme alle sue centomila maschere (ne farà un elenco accurato all’interno del testo e mostrerà come con tre soli individui, la stanza sia piena di personalità: “[...] 1. Dida, com’era per sé; 2. Dida, com’era per me; 3. Dida, com’era per Quantorzo; 4. Quantorzo, com’era per sé; 5. Quantorzo, com’era per Dida; 6. Quantorzo, com’era per me; 7. il caro Gengè di Dida; 8. il caro Vitangelo di Quantorzo), ordina all’amministratore di chiudere la banca e liquidargli il suo denaro. Alle proteste dei due, rivelerà alla donna la sua messinscena e volontà di eliminare la marionetta che ella ha sempre adoperato per coniuge. Vitangelo sbatte la porta e si allontana.