Don Chisciotte della Mancia (parte 2)

Don Chisciotte della Mancia (parte 2) Riassunto

Il riassunto di Don Chisciotte della Mancia (Seconda Parte)

Il prete e il barbiere vanno a trovare don Chisciotte dopo un mese. All’inizio l’uomo sembra aver recuperato il senno, ma quanto il prete fa riferimento a un presunto imminente attacco turco alla Spagna, il delirio cavalleresco di don Chisciotte si riaccende e l’uomo decide di partire in cerca di avventure con il suo fedele scudiero Sancio Panza. D’altra parte, è lo stesso Sancio a parlare al suo padrone del libro in circolazione, L’ingegnoso hidalgo Don Chisciotte della Mancia, in cui sono raccontate le sue avventure.

Don Chisciotte e Sancio partono per Toboso, affinché il cavaliere possa ricongiungersi con l’amata Dulcinea. Una volta arrivati, però, è lo scudiero a dover andare alla ricerca dell’amata di don Chisciotte, ma consapevole dell’impossibilità dell’impresa, decide di mostrare al cavaliere un’umile donna e di convincerlo che si tratta proprio di Dulcinea, incantata, sotto le spoglie di una contadina.

Il padrone e lo scudiero proseguono quindi il cammino verso Saragozza e don Chisciotte si sente responsabile dell’incantesimo di cui soffre la sua amata. A questo punto, si imbattono nella compagnia teatrale di Angelo il Cattivo e uno dei suoi membri ruba l’asino di Sancio, ma quando don Chisciotte vuole giustizia, il suo scudiero lo convince che si tratta di persone indegne delle azioni di un cavaliere errante.

La sera, dopo l’incontro con gli attori, mentre don Chisciotte e Sancio cenano sotto un albero nel bosco, appare il Cavaliere dal Bosco con il suo scudiero, che sfida don Chisciotte fino a provocare una lotta. Il Cavaliere dal Bosco, che a questo punto viene chiamato Cavaliere dagli Specchi, perde e si ritira umiliato. Sebbene Tommaso Cecial, vicino di casa di Sancio che si è spacciato per lo scudiero del Cavaliere dagli Specchi, dica loro che il cavaliere sconfitto non è altro che il baccelliere*** Carrasco, don Chisciotte e Sancio proseguono il loro cammino verso Saragozza, convinti che la somiglianza fisica tra il Cavaliere dagli Specchi e Carrasco sia opera di qualche incantatore.

In un altro punto del cammino, il cavaliere e lo scudiero incontrano don Diego de Miranda, conosciuto anche come il Cavaliere dal Verde Gabbano. Camminano insieme per un po', finché non incontrano alcuni carri su cui un uomo trasporta due leoni. Don Chisciotte cerca di dimostrare il suo coraggio chiedendo al conducente del carro di aprire le gabbie per poter combattere le bestie, ma quando l’uomo lo fa, il leone maschio sbadiglia e volta le spalle al cavaliere errante. Don Chisciotte si proclama vincitore e, quest’ultimo e Sancio accettano l’invito di de Miranda ad andare a casa sua.

Si fermano a casa di don Diego de Miranda per quattro giorni prima di proseguire il viaggio. Poi, durante il tragitto, il cavaliere errante e il suo scudiero incontrano due studenti che li invitano al matrimonio di Camaccio e Chiteria. Una volta lì, Sancio si meraviglia della sontuosità della festa e allo stesso tempo spera che Basilio, il vecchio amore di Chiteria, la riconquisti prima che lei sposi il ricco contadino Camaccio. A un certo punto del matrimonio, Basilio appare fingendo di essere ferito a morte e, in agonia, chiede a Chiteria di sposarlo, come forma di consolazione prima di morire, e lei accetta. Alla fine, si scopre che si tratta di un imbroglio e Camaccio decide di continuare a festeggiare con i suoi amici anche se la sua promessa sposa è fuggita con il suo vecchio amore.

Dopo questo episodio don Chisciotte decide di andare alla caverna di Montesinos. Una volta lì, scende da solo e vi trascorre appena mezz’ora anche se a lui sembrano tra giorni interi. Al suo ritorno, Sancio non riesce a credere al suo padrone, che racconta tutte le cose che ha vissuto nella grotta. Cide Hamete scarica allora sui lettori la responsabilità di credere o meno a ciò che don Chisciotte dice.

Il Cavaliere dei Leoni e Sancio continuano il loro viaggio e arrivano in una locanda dove incontrano un giovane che hanno visto armato per strada e gli chiedono il perché. Il ragazzo spiega di provenire da un villaggio di ragliatori, che sono in conflitto con gli altri villaggi, che si vantano di saper imitare meglio il muggito degli asini. Poi, nella stessa locanda, appare il burattinaio Mastro Pietro con la sua scimmia indovina, che si prepara a mettere in scena uno spettacolo per i presenti. Nel bel mezzo dello spettacolo, don Chisciotte crede che le marionette siano incantate e comincia a brandire la spada contro di loro. Allora Mastro Pietro chiede denaro per le marionette senza testa e Sancio lo paga per ordine del suo padrone, così i due riprendono il viaggio.

Dopo aver lasciato la locanda, don Chisciotte e Sancio si ritrovano coinvolti in una battaglia tra villaggi di ragliatori e in seguito il Cavaliere dei Leoni scambia una barca di pescatori per una nave incantata ma, proprio come successo con le marionette di Mastro Pietro, deve risarcire economicamente i pescatori per la confusione. Più avanti, incontrano una bella cacciatrice che si rivela essere una duchessa. Lei e suo marito, grandi lettori della prima parte del Don Chisciotte, invitano il cavaliere e il suo scudiero a soggiornare nel loro castello. Lì allestiscono diverse scene fittizie per divertirsi con i deliri di cavalleria dei loro ospiti.

Dopo una di queste scene, in cui don Chisciotte viene indotto a credere che per disincantare Dulcinea Sancio debba darsi mille frustate sulle natiche, il duca regala finalmente allo scudiero l’isola tanto promessa. Così don Chisciotte rimane nel castello del duca mentre il suo scudiero va a prendere possesso del suo governo.

Sancio Panza, contro ogni previsione, finisce per essere un buon governatore. Tuttavia, dopo qualche giorno, decide di tornare dal suo padrone, poiché ritiene che la carica di governatore comporti troppe responsabilità per lui. Don Chisciotte, dal canto suo, è stordito per alcuni giorni dopo un accidentale scontro con alcuni gatti in una notte di confusione, quando Altisidora, una suddita della duchessa, lamenta il suo amore non corrisposto per il Cavaliere dei Leoni.

A questo punto Sancio si avvia per tornare al castello dei duchi ma cade in un pozzo e, mentre lo percorre, sente che sta andando incontro alla morte. Don Chisciotte sente i lamenti del suo scudiero dalla superficie e, con l’aiuto dei sudditi dei duchi, lo tira fuori e lo scudiero si ricongiunge al suo padrone.

Così don Chisciotte e Sancio lasciano il castello e riprendono il viaggio verso Saragozza. Durante il tragitto si fermano in una locanda dove don Chisciotte ascolta due cavalieri parlare del Don Chisciotte di Avellaneda. Poiché questo libro apocrifo contiene già un’avventura mal scritta del cavaliere errante a Saragozza, don Chisciotte decide di cambiare rotta e di dirigersi verso Barcellona.

Sulla strada per la capitale catalana, il Cavaliere dei Leoni e Sancio si imbattono in Rocco Guinart, capo di alcuni briganti. Anche lui, come i duchi, è un grande lettore della prima parte del Don Chisciotte, così non perde l’occasione per dire al suo buon amico, don Antonio Moreno, che don Chisciotte stesso sta andando a trovarlo.

A casa di don Antonio, don Chisciotte e Sancio vivono una serie di situazioni in cui don Chisciotte viene rivendicato come cavaliere errante, naturalmente per il divertimento di coloro che lo considerano un pazzo. Un giorno appare un cavaliere che si fa chiamare Cavaliere dalla Bianca Luna e sfida don Chisciotte a duello. Don Chisciotte accetta prepotentemente la sfida, ma dopo essere stato sconfitto, viene obbligato dal Cavaliere dalla Bianca Luna a ritirarsi nel suo villaggio e a dimenticare le avventure cavalleresche per un anno. Il Cavaliere dei Leoni accetta con riluttanza le condizioni del vincitore.

Infine, si apprende che il Cavaliere dalla Bianca Luna non è altro che il baccelliere Sansone Carrasco, il quale, ferito nell’orgoglio dalla sconfitta come Cavaliere dagli Specchi, ma anche con l’intenzione di proteggere don Chisciotte dalla propria follia, decide di far sì che l’alienato Alonso Chisciano la smetta con le sue follie cavalleresche e torni al suo villaggio una volta per tutte, per la tranquillità di sua nipote e della sua governante.

Questo è esattamente ciò che accade: don Chisciotte torna a casa e, dopo alcuni giorni di febbre, si sveglia riconoscendosi come Alonso Chisciano. Afferma che prima era pazzo, ma che ora è tornato in sé e, dopo aver dettato il suo testamento e aver salutato tutti, muore serenamente.

*** Giovane nobiluomo [N.d.T.]